L’ottimismo è un’ottima risorsa, tuttavia a volte puo’ mietere vittime.
Ti è mai capitato di partecipare a un seminario di potere personale, come gli incontri alla Anthony Robbins? Rimanere gasato per giorni e giorni per poi, gradualmente, ritornare sfiduciato come prima?
Nella vita ho imparato che quando la paura, il dubbio o le emozioni negative sopraggiungono, ignorarle semplicemente non funziona.
E’ vero che esistono persone a cui tutto riesce bene, ma nel mio lavoro di psicoterapeuta ne incontro altrettante che non riescono ad essere così ottimiste.
Talune si aggrappano al pensiero positivo in maniera disperata: io lo chiamo ‘pensiero positivo fobico’, una sorta di “Speriamo che funzioni!”, “Che Dio me la mandi buona”.
Invece di contrastare quella parte di te che attiva un campanello d’allarme per avvertirti che qualcosa potrebbe andare storto e cercare di ignorarla, ottenendo esattamente il risultato contrario, puoi cambiare logica.
Vediamo come.
L’essere umano ragiona per opposti, ma ottimismo e pessimismo, usati come componenti fondamentali della nostra strategia mentale, potrebbero comporre una squadra vincente a tuo favore.
In realtà non si tratterebbe di pessimismo, bensì di realismo.
Gabriele Oettingen, docente di Psicologia presso la New York University e autrice di diversi testi, ha elaborato una tecnica, chiamata ‘Fantasy Realization Theory (FRT)’, secondo cui suggerisce in primis di visualizzare il risultato ottimale, poi di individuare attraverso le proprie incertezze e perplessita’ cio’ che potrebbe non funzionare nel cammino verso la sua realizzazione, ed infine, di elaborare in anticipo una soluzione vincente all’eventuale accadere delle difficolta’.
Applicando questo sistema, dove l’ottimismo è più credibile perché tiene conto anche del dubbio, potrai immaginare di superare l’ostacolo in maniera positiva e finalmente arrivare al traguardo con la massima gratificazione.
Percio’ ottimismo bene; ottimismo più realismo e’ meglio!