Hai mai sentito parlare di neuroni specchio? Essi possono dare un preziosissimo contributo per l’apprendimento del counseling e della psicoterapia! Secondo il neurologo indiano Ramachandran, i neuroni specchio saranno per la psicologia quello che il DNA è stato per la biologia!
ATTENZIONE!
Il 5 e 6 novembre, presso l’Hotel Galileo in via Venezia a Padova, il prof. Edoardo Giusti e la dott.ssa Francesca Militello presenteranno il loro nuovissimo testo “Neuroni specchio e psicoterapia.
Si tratta di neuroni che si attivano selettivamente sia quando compi un’azione finalizzata ad uno scopo (es. quando afferri un oggetto) sia quando osservi la stessa azione compiuta da altri!
Sono stati scoperti una decina di anni fa presso l’Istituto di fisiologia dell’Università di Parma da un gruppo di ricercatori coordinati da Giacomo Rizzolati.
I neuroni specchio sono stati studiati prima in alcuni animali come le scimmie macaco ed alcune forme di uccelli e solo successivamente nell’uomo.
Tali neuroni sono localizzati nella corteccia premotoria e motoria, nell’area di Broca e nella corteccia parietale inferiore.
Questa rivoluzionaria scoperta spiega fenomeni quali EMPATIA, IDENTIFICAZIONE, SVILUPPO INFANTILE e COMPRENSIONE DELLE INTENZIONI ALTRUI.
In particolare, la stimolazione magnetica transcranica è la tecnica che ha permesso di determinare la funzione cruciale dei neuroni specchio nell’IMITAZIONE. Pensa all’imitazione precoce dei neonati o ai comportamenti pseudo-imitativi dell’adulto!
Già Darwin scriveva: “Mi è stato raccontato che durante le gare, quando un atleta spicca il salto molti spettatori […] muovono i piedi”! I neuroni specchio codificano l’azione osservata in termini motori rendendone possibile la replica, in altre parole, lo stimolo visivo viene codificato e trasformato in attivazione motoria (Iacoboni et. al. 2002).
Alla fine del ‘900 Husserl parlava di empatia: in fenomenologia “ogni volta che io percepisco il corpo dell’altro come un corpo somigliante al mio, io compio “immediatamente” – cioè senza l’aiuto di un ragionamento – una trasposizione analogica che mi consente di attribuire, ad un corpo che occupa un luogo nello spazio diverso dal mio, delle percezioni, dei pensieri, degli stati d’animo simili a quelli che avrei io trovandomi al suo posto, ma dei quali non mi è dato fare esperienza diretta”.
L’empatia si differenzia dal contagio emotivo perché quando esperisco ciò che l’altro prova mantengo la consapevolezza dell’alterità di queste esperienze, quindi non mi identifico.
L’allieva di Husserl, Edith Stein, spiegava che “la vista della vita psichica dell’altro ci fa conoscere la nostra”, quindi quando noi entriamo in empatia con l’altro non solo facciamo esperienza della vita altrui, ma cogliamo anche aspetti di noi stessi che altrimenti non avremmo colto. In tal modo, nell’incontro con l’altro, la nostra prospettiva si amplia e si arricchisce notevolmente.
Secondo il neuroscienziato Gallese (2005), alla base dell’empatia ci sarebbe la “simulazione incarnata”: “percepire un’azione – e comprenderne il significato – equivale a simularla internamente”. Quindi, quando osservi un’azione altrui, si innesca in modo automatico ed inconscio il processo neurologico di simulazione.
La simulazione incarnata sarebbe dunque il meccanismo funzionale che sta alla base di due fenomeni strutturalmente collegati: la comprensione di azioni (osservazione e imitazione) e l’attribuzione di intenzioni.
Gallese parla di sistema multiplo di condivisione dell’intersoggettività: osservatore ed osservato condividono lo stato corporeo, gli stati mentali, le sensazioni e le emozioni, entrano cioè in una consonanza intenzionale.
Da tutto ciò possiamo dedurre le rilevanti implicazioni in ambito psicologico: la relazione tra il paziente ed il terapeuta è infatti costituita da un continuo e reciproco rimando di simulazioni incarnate.
Questa è la premessa a quello che ti spiegherò nella seconda parte di questo articolo e cioè: la metodologia formativa Learning by seeing and doing.
Il 5 e 6 novembre, presso l’Hotel Galileo in via Venezia a Padova, il prof. Edoardo Giusti e la dott.ssa Francesca Militello presenteranno il loro nuovissimo testo “Neuroni specchio e psicoterapia. Ricerche per apprendere il mestiere con la videodidattica” (2011) Ed. Sovera, Roma – da cui questo breve articolo è tratto.
Cogli al volo l’occasione di approfondire le tue conoscenze in questo attualissimo ambito!
Se non ti sei ancora iscritto, affrettati!
Per maggiori informazioni ed iscrizioni, invia una mail a info@counselingpadova.it o chiama il n. 3774149684
Articolo scritto da: Giuseppina La Barbera, counselor e psicologa in formazione presso l’ASPIC
Tags: neuroni specchio, empatia, identificazione, comprensione azioni, attribuzione intenzioni