L’ intervista è andata in onda su Antenna3 nel corso del programma “La stanza del tè” condotta da Cecilia Zoppelletto.
Accrescere la propria autostima
Intervistatrice: Buon pomeriggio, benvenuti alla Stanza del Tè. Oggi dedichiamo questo tè alla salute della mente, al senso della propria identità e al valore di se stessi: tutto questo si traduce in autostima. Oggi abbiamo invitato uno esperto della materia: Elvino Miali, medico psicoterapeuta. Benvenuto e bentornato.
Elvino Miali: Grazie Cecilia, buon pomeriggio.
Intervistatrice: Sei già venuto a prendere un tè con noi e abbiamo parlato di autostima, di come le persone accrescono la loro autostima. Oggi parliamo di adulti ma vorrei partire con un piccolo riassunto di quello che è l’autostima.
Elvino Miali: Dunque l’autostima è l’autovalutazione del proprio valore. Naturalmente la percezione del proprio valore deve essere basata sulla realtà, quindi ci sono anche persone che si credono Napoleone Bonaparte ma in questo caso non vuol dire che la loro autostima sia appropriata. Così come averne troppo poca anche averne molta – voglio dire: un ego Ipertrofico gonfiato, fingere di avere un’alta autostima – chiaramente non è appropriato.
Intervistatrice: Certo, una persona può credere di essere diversa da ciò che è – se ci si continua a dire ad esempio: “sono bello, sono bello, sono bello” dopo una settimana sono il più bello del mondo. Quindi bisogna anche stare attenti a questo: sì darsi della forza, dell’importanza, ma è bene mantenere un equilibrio rispetto alla propria autostima.
Elvino Miali: Sì, partiamo da un’accettazione di noi stessi. Se io ritengo interiormente di avere un senso di inferiorità rispetto alla media delle persone, cercare di immaginare un sé grandioso può caricarmi come si caricano i pupazzetti con la pila “Duracel”, però molto presto quest’autostima si sgonfierà. Se invece parto dal “qui e ora”, ed anche da un’accettazione di quello che sono in un dato momento, potrò fare dei progressi commisurati al momento di partenza. Quindi la cosa più sbagliata è paragonarsi con chi è più bravo di noi, molto più bravo di noi in modo particolare, perché automaticamente la battaglia è già persa in partenza. La voce critica interiore comincia a bersagliarti, a dire che “Non sei abbastanza” ecc. Quindi tutta l’autostima che si costruisce rischia di essere una reazione alla bassa autostima piuttosto che una conquista vera e propria.
Intervistatrice: Ma l’accettazione non vuol dire anche conoscere i propri limiti?
Elvino Miali: Certo, conoscerli è il primo passo verso l’autoconsapevolezza. Naturalmente l’autoconsapevolezza può essere anche accompagnata da una sensazione di disagio se noi non accettiamo quello che siamo. Quindi la più grande conquista è veramente accettare quello che siamo e viaggiare su quello speciale equilibrio che c’è fra l’accettazione e la voglia di miglioramento.
Intervistatrice: Ma l’autostima o la mancanza di autostima cambiano completamente le nostre scelte, le scelte che facciamo tutti i giorni?
Elvino Miali: Certamente è molto influente il senso di autostima in quanto chi non ha una buona autostima tende ad evitare delle esperienze di vita che gli possono provocare angoscia, quindi o si appoggia a persone che ritiene più in gamba, per cui delega la propria vita gli altri, oppure fa una vita molto al di sotto delle proprie possibilità rinunciando a delle opportunità.
Intervistatrice: Quindi non sboccia mai, la personalità non esce mai, il vero io non esce mai.
Elvino Miali: Rimane una potenzialità inespressa.
Personaggi famosi con una buona autostima
Intervistatrice: Abbiamo parlato di autostima, abbiamo cominciato a conoscerla e vedere come si sviluppa ma intanto vediamo quali possono essere degli esempi di personaggi caratterizzati da una forte autostima.
Elvino Miali: Sì, vorrei fare qualche esempio. Prima di accedere a personaggi molto famosi, che potrebbero anche farci sentire piccoli in confronto e quindi minare la nostra autostima, vorrei parlare di come si riconosce una persona che ha una buona autostima, perché ci si può fraintendere su questo: per esempio uno potrebbe pensare che chi tende a prevaricare gli altri, ad apparire molto sicuro di sé, a imporsi, ad alzare la voce, sia una persona molto sicura perché magari in pubblico si alza in piedi, dice la sua, ecc. Questo può essere uno degli aspetti ma può essere fuorviante. Direi che per riconoscere una persona che ha una buona autostima bisogna vedere se noi ci stiamo bene insieme. Cioè, una persona che ha una buona autostima non ha bisogno di farti sentire inferiore, è una persona assieme alla quale stiamo bene, quella che si dice una persona solare, una persona accettante e quando sei vicino a questa persona non hai la percezione: “oh Dio! se mi avvicinino non la posso toccare”.
Intervistatrice: Sì, o una persona che ha una personalità, un modo di esprimersi talmente forte, che non dà spazio agli altri. Quindi emette solo suoni, idee e se stesso ma non riceve.
Elvino Miali: Sì, dà la percezione che esiste solo lui. Ecco, il narcisista per così dire è una persona che non ha capacità di empatia cioè di mettersi nei panni degli altri, per cui tu rischi di non esistere per lui, esiste solo il proprio mondo; quindi le proprie inefficienze sono speciali.
Intervistatrice: Magari adesso con questa descrizione tutti pensano: “Oh, quell’amico lì: che antipatico!” – ed effettivamente è probabile che una persona narcisista abbia un’autostima molto bassa. Invece, tra le persone famose, potresti menzionare qualcuno?
Elvino Miali: Sicuramente mi viene in mente Barack Obama. Di Barack Obama, anche se non l’ho conosciuto personalmente, ne abbiamo l’immagine televisiva: esprime autostima da tutti i pori, perché chiaramente, per il ruolo che ricopre, riceve degli attacchi ma nonostante questo è andato avanti per la sua strada, non ha mai perso la fiducia.
Intervistatrice: Ma è una persona che deve anche attaccare comunque…
Elvino Miali: Si, deve confrontarsi attivamente, certo, senza tuttavia essere distruttivo nei confronti dell’altro.
Intervistatrice: Quindi un vero esempio di autostima.
Elvino Miali: Sì, direi che osservando Barack Obama, si nota come gesticola, come guarda a destra e a sinistra, come ha una buona considerazione positiva, la fiducia del suo motto “Yes we Can” direi che esprime in sintesi la sua buona autostima.
Intervistatrice: Ci sono comunque dei movimenti, dei messaggi che esprime il corpo, (ad esempio: come ci si mette, come ci si pone… ): c’è un linguaggio del corpo?
Elvino Miali: Naturalmente c’è il linguaggio del corpo. Il linguaggio del corpo più adeguato è quello naturale, nel senso che se io impongo a me stesso una certa postura risulterò innaturale, si può percepire una certa incongruenza. Tuttavia se io mi immedesimassi in un personaggio che ritengo avere una buona autostima e da cui voglio attingere aspirazione (a mo’ di psicodramma) questo può aiutare, anche se è sempre un ruolo che si recita.
Intervistatrice:Abbiamo visto a che ideali ispirarci, come un Barack Obama, ai grandi presidenti e comunque a dei modelli vincenti.
Elvino Miali: Martin Luther King…
Intervistatrice: Come Martin Luther King. Ma per accrescere l’autostima: se uno ha un problema di bassa autostima, può sempre comunque migliorare, può sempre fare un percorso e trovare se stesso. Da dove si inizia?
Elvino Miali: Allora, possiamo iniziare in diversi modi: ci sono coloro che fanno dei corsi di auto-miglioramento, dei corsi di autostima, naturalmente queste sono delle strade per iniziare – l’autostima è qualcosa che si costruisce giorno per giorno e quindi non ci sono ricette veramente magiche. Tuttavia è bene qualche volta ispirarsi a delle persone che noi stimiamo per attingere alla loro forza. Per esempio in questo la Programmazione Neuro Linguistica è una scienza specializzata in tecniche rapide di cambiamento che, usata in maniera positiva, può esserci di aiuto. Per esempio, una tecnica consiste nell’immedesimarsi in un personaggio famoso, che noi stimiamo, e mettersi letteralmente nei suoi panni.
Intervistatrice: Hai detto: “Non c’è una ricetta magica”, però io speravo in qualche piccolo consiglio. Quindi di una persona che idealizziamo, in un certo senso, non ne vediamo mai il lato poco simpatico. Ad esempio, un personaggio famoso come un Barack Obama, oppure: io amo molto certi personaggi del cinema, della vecchia Hollywood, però vedo solo la parte bella di loro, quindi li ho idealizzati. Quindi? Idealizzare una persona e sentirsi un po’ quella?
Elvino Miali: Entrare in uno stato psicofisico di fiducia è possibile immedesimandosi in un personaggio, immaginando di mettere proprio la sua testa, di vedere con i suoi occhi. Si nota che facendo questo si adotta la filosofia del “come se”. Entrando in questa filosofia del “come se”, effettivamente il nostro stato d’animo cambia, quindi la ricetta non è: fare finta di essere un altro – è prendere atto che quel cambiamento di fiducia in noi stessi, in meglio, immedesimandosi nel personaggio che stimiamo, non è dovuto a quel personaggio (perché eravamo sempre noi) e quindi capiamo che quella risorsa ce l’abbiamo dentro. Quindi non avremo più bisogno ogni volta di far finta di essere un altro ma capiamo che delle risorse sono dentro di noi: a volte sono i limiti mentali che ci impediscono di affermarci.
Intervistatrice: Quando giochi al “come se”, chi sei?
Elvino Miali: Beh, io utilizzo non solo dei personaggi, per esempio anche delle cose inanimate: un faro. Immagina un faro che è su una costa – un faro non ha nemmeno bisogno di alzarsi la mattina e pensare se ha autostima oppure no – ci sono delle barche grandi o piccole che passano, decidono di fermarsi, di andare via, un tempo variabile, e tu sei lì che per loro comunque rappresenti una luce, un punto di riferimento. Questa è una metafora che mi piace.
Intervistatrice: Quindi non solo personaggi ma anche oggetti o simboli.
Elvino Miali: Una quercia, ad esempio.
Gestire le emozioni e le paure
Intervistatrice: A proposito di autostima, chi la deve sviluppare comunque può avere dei problemi. Prima ci hai dato qualche consiglio legato all’immaginazione… purtroppo però a volte le emozioni si mettono in mezzo – come si fa a combattere le emozioni, le nostre paure?
Elvino Miali: Le emozioni non si combattono, per un semplice motivo: sarebbe una battaglia persa. Ci sono dentro di noi due parti: la nostra mente razionale, che ha bisogno di calcolare, di avere il controllo, di avere le sue certezze, e la parte emozionale, che è prevalentemente inconscia, che non ha regole: o meglio – ha delle altre regole che spesso cozzano con la mente razionale. Io spesso paragono la mente razionale al fantino e la mente emozionale ad un cavallo – e allora cosa accade? Che se fantino e il cavallo non sono d’accordo su dove andare, vince il cavallo perché la forza bruta è quella che prevale. Se però il fantino conosce bene il suo cavallo – quindi noi conosciamo le nostre emozioni, insieme possiamo fare grandi cose.
Intervistatrice: Certo perché il cavallo ci dà la forza di andare avanti… Comunque le emozioni ci possono aiutare ad arrivare al nostro traguardo: se effettivamente crediamo con grande passione ad una cosa possiamo anche raggiungerla.
Elvino Miali: Il problema è che a volte la nostra mente razionale etichetta le emozioni in maniera negativa: quindi l’eccitazione, quando è troppo forte, può diventare paura; l’entusiasmo, quando fa girare il motore a mille, può farti avere paura delle conseguenze – si dice paura di volare: ” se poi casco”… e allora mi fermo prima.
Intervistatrice: Mi sembra che comunque bisogna sempre alla fine conoscere se stessi, che è la prima cosa importante per un’ottima autostima: conoscere quello che si è effettivamente dentro, le proprie emozioni.
Elvino Miali: Se non sappiamo dove siamo e chi siamo non possiamo decidere dove andare.
Seguire l’istinto
Intervistatrice: Oggi stiamo scoprendo se è meglio seguire il cuore, la mente… O posso dire tutte due, cosa dici?
Elvino Miali: O la pancia…
Intervistatrice: C’è chi dice che bisogna avere quel feeling, seguire quello che ti dice il tuo istinto – invece?
Elvino Miali: Questa può essere una buona strada: non percepire le proprie emozioni come nemiche di noi stessi. A volte si ha la percezione che c’è qualcosa dentro di noi che ci boicotta: è semplicemente un sistema di valori che noi abbiamo interiorizzato, di cui non siamo consapevoli. Siamo convinti a livello razionale di voler perseguire determinati obiettivi (che però invece ci hanno inculcato) o magari invece seguiamo dei modelli e delle mode mentre dentro di noi qualcosa si ribella: sono convinto che voglio perseguire il successo, i soldi, ma poi dentro di me mi sento infelice, probabilmente non è quello che voglio davvero. Quindi è importante conoscersi per porsi degli obiettivi che siano allineati con i nostri valori autentici. Allora, quando ci sono delle emozioni che interferiscono nella realizzazione dei nostri obiettivi, spesso non si tratta altro che dei messaggi che cerca di darci il saggio interiore, la nostra parte emozionale, che non è d’accordo completamente con le nostre scelte. Quindi: il fantino di cui parlavo prima, che riesce a conoscere il linguaggio del cavallo e farselo amico, in maniera poi d’andare insieme verso degli obiettivi condivisi.
Intervistatrice: Quindi crescere in una situazione dove la morale o comunque gli obiettivi che vengono condivisi, tipo il successo, vengono calcolati solo in vista del profitto economico può veramente rovinarci la vita.
Elvino Miali: Possono imporci dei valori, degli obiettivi che non percepiamo come reali e dobbiamo fare uno sforzo estremo se perseguiamo degli obiettivi che non sentiamo veramente nostri: è come fare una strada in salita
Intervistatrice: Bisogna essere terribilmente sinceri con se stessi, quindi.
Elvino Miali: Certo, bisogna giocare a carte scoperte con se stessi.
Intervistatrice: E questo lo si può imparare anche un po’ più tardi nell’età?
Elvino Miali: Non è mai troppo tardi. Diciamo che le difficoltà possono essere un’opportunità per conoscersi meglio e fare veramente un salto di qualità: vivere la vita nostra e non quella che c’impongono gli altri.
Le convinzioni per una buona autostima
Intervistatrice: Abbiamo parlato di autostima: è veramente un motore, ci può portare a fare delle grandi cose, come abbiamo visto anche nel caso di Barack Obama – mi piace sempre menzionarlo perché comunque è un personaggio che dà una grande carica, una grande forza. Prima mi avevi detto che ci sono quattro convinzioni per aiutarsi. Me lo puoi spiegare?
Elvino Miali: Le convinzioni chiave di una persona che ha una buona autostima (oppure il modo in cui misurare la propria autostima, in caso ci sia un dubbio rispetto questo) sono: “è importante per me?” – cioè un determinato obiettivo dobbiamo percepire che abbia una certa importanza per noi; “è possibile per me?” – quindi la percezione che sia alla nostra portata; “sono capace?” – quindi la percezione di essere capaci di seguire quella strada; ed infine: “me lo merito?” – e spesso quest’ultima è la condizione su cui si può cascare, nel senso che posso percepire di avere l’opportunità, di poterla cogliere, di averne anche la possibilità perché ho studiato ma se non sento interiormente di meritarmi quel successo, quell’obiettivo, a volte questo è l’ostacolo più difficile da superare ed è direttamente proporzionale con l’autostima.
Intervistatrice: Io ho letto molto spesso che tante persone non si sentono meritevoli di felicità, è una cosa che hai riscontrato molto? È un problema comune?
Elvino Miali: Certo, questo spesso ha radici antiche. Purtroppo, come abbiamo visto la volta scorsa, gli antecedenti dell’autostima sono nella nostra infanzia quindi se abbiamo ricevuto dei messaggi di approvazione positivi dalla nostra famiglia, di amore, si cresce con una buona autostima altrimenti questa può essere minata così precocemente che poi l’esistenza deve essere veramente una nuova rinascita e una nuova riconquista e a volte può dare anche molte soddisfazioni questo cammino.
Intervistatrice: Ma credersi meritevoli di felicità quindi è una cosa che si può cambiare con il tempo? Se io magari ho avuto un’infanzia, un’adolescenza che mi hanno privato di questo X-factor, in un certo senso, come posso crearlo?
Elvino Miali: Il messaggio negativo, quello genitoriale: “Non sei capace”, “Sei una cattiva persona”, “Non ti meriti nulla”, da grandi rischia di essere interiorizzato – quindi anche quando i genitori non ci sono più, questo genitore interiore continua a ripeterti dei messaggi negativi che nei momenti chiave ti possono far mancare le forze. A quel punto è necessario comprendere che i nostri genitori hanno fatto comunque del loro meglio perché a loro volta hanno avuto delle educazioni non adeguate – quindi ribellarsi a questa voce critica interiore e anche perdonare, lasciare andare, per ripartire da noi stessi.
Intervistatrice: E incominciare a vivere.
Elvino Miali: Certo.
Autostima ed ansia
Intervistatrice: Oggi pomeriggio abbiamo parlato di autostima, adesso parliamo anche di ansia: recentemente ho letto che l’autostima e l’ansia sono correlate. Perché?
Elvino Miali: Perché una persona che ha una buona autostima in linea di massima non vive stati di ansia tali da portargli ad evitare delle esperienze, invece delle personalità con dei tratti di ansia marcati sono proprio coloro che tendono ad evitare le situazioni che provocano ansia e quindi accettano di vivere una vita al di sotto delle loro potenzialità. Quindi la ricetta quando andiamo incontro a qualche cosa che percepiamo come più grande di noi è porci degli obiettivi non esagerati ma commisurati un passo avanti rispetto al nostro stato attuale, che ci permette di trarre soddisfazione dal progresso, senza volerci necessariamente paragonare con persone molto più abili di noi. In questo modo, affrontiamo delle cose in maniera graduale, in maniera che l’ansia è uno stimolo da superare e non è percepita come un masso enorme che ci sta per sovrastare.
Intervistatrice: Quindi “baby step”.
Elvino Miali: “Step by step”. Riuscire a godersi il percorso piuttosto che ambire sempre a una meta che è lontana e che puoi percepire come irraggiungibile. Goditi il percorso – questa è la cosa migliore, lo dicono anche i saggi orientali.
Intervistatrice: Ci si può anche dimenticare di tutte le fobie in questo modo…
Elvino Miali: In questo modo, i fantasmi non fanno più paura perché si affrontano un pezzetto per volta e quindi si smitizzano.
Intervistatrice: Si può quindi dominare l’ansia?
Elvino Miali: L’ansia è una percezione di pericolo: se noi riusciamo ad identificare quello di cui abbiamo paura possiamo lavorare per abbassare il grado di ansia – quindi da 0 a 10 portarla da 10, da 8, a 3 o 4. A quel punto notiamo che l’ansia la percepiamo come un’emozione positiva e uno stimolo per fare le cose, non qualcosa che ci frena ma qualcosa che ci stimola ad andare avanti.
Intervistatrice: E dobbiamo farlo col tempo. Grazie per essere venuto anche oggi, tantissimi consigli e aiuti anche per i nostri telespettatori. Ti prego di ritornare ancora perché ci sono tante cose che dobbiamo vedere ancora come la coppia, il rapporto…
Elvino Miali: Con piacere.