Una collega pone una domanda sul forum ASPIC Community:
Solo farmaci per il disagio psicologico?
Riporto qui le sue considerazioni e la mia risposta. Buona lettura. Elvino Miali
Qualche giorno fa guardavo il Tg2, c’era un servizio sugli attacchi di panico, e, come al solito, “l’esperto” intervistato era un neurologo. Ora non ricordo il nome, ma tutte le volte che al Tg2 Salute parlano di disagio psicologico, che sia ansia o depressione, invitano quel neurologo.
Noi sappiamo bene che è scorretto considerare un neurologo un esperto in quel campo, dovrebbero far intervenire uno “psi”, ma molti telespettatori non lo sanno. Credo che questo tipo di informazione crei ulteriore confusione sulle professionalità legate alla psicologia, tanto più che quel neurologo propone sempre i farmaci come “unica via di guarigione”, dimentico del fatto che il disagio psicologico non è una malattia.
Non so voi, ma io lo trovo un pessimo modo di fare informazione, lesivo per la psicologia e, soprattutto, scientificamente poco fondato. In pratica la TV, invece di informare, rimanda ai telespettatori quelli che sono i pregiudizi condivisi. Io conosco diverse persone che hanno avuto attacchi di panico: una è andata dall’omeopata, una dal neurologo e una dal medico di base. Nessuno di questi professionisti ha proposto un invio da uno psicoterapeuta, e l’omeopata ha anche avuto la geniale idea di dire alla sua paziente che gli attacchi di panico vengono alle persone deboli -_-
Perché non riusciamo a far venire da noi i nostri clienti, né a convincere gli altri professionisti che siamo noi gli esperti del caso? E soprattutto perché, malgrado la nostra attenzione alla promozione del benessere, non riusciamo a far circolare questo tipo di cultura, mentre l’accoppiata “malattia-cura” fa tanta presa?
Ciao Alessia,
è strabiliante anche per me che sono un medico psicoterapeuta, accorgersi della ancora scarsa la conoscenza della psicologia e della psicoterapia persino da parte di addetti ai lavori quali sono la figura dell’omeopata, del neurologo e del medico di base come scrivevi nel tuo intervento. Fra le cause di questo stato di cose mi vengono in mente alcuni fattori la considerare: comincerei col prendere in considerazione le stesse responsabilità degli psicologi che soprattutto in passato non si sono certi fatti una buona pubblicità. Mi riferisco al fatto che spesso le cure psicoterapiche erano più famose per la loro lunghezza ed il loro costo che per la loro efficacia. Oggi mi capita sempre meno ascoltare storie di questo genere anche perché la psicoterapia si sta orientando verso terapie più brevi per rispondere alle esigenze del mercato e perché con gli anni si sono andate affermando sempre di più nuovi tipi psicoterapia basate sull’evidenza scientifica.
Altro aspetto da considerare riguarda la classe medica che ancora non crede nell’efficacia della psicoterapia.
Per quanto riguarda la TV, certo sarebbe più corretto intervistare un fautore della farmacologia ed uno della psicoterapia, per una informazione più completa. Non so quanto incida il fatto che la psicoterapia non faccia vendere farmaci.
Ma perché la “pillola” ha così tanto successo? La possibilità che possano esistere una “pillola della felicità” e una cura rapida ed indolore fa sperare nel miracolo. Qualcosa di analogo accade con le diete, anche se in questo caso a farne le spese sono proprio dietologi e nutrizionisti. C’è un grande business rispetto al dimagrire rapidamente e senza sforzo. Chi si trova nella condizione di dover dimagrire sa quanto è difficile e vorrebbe vedersi in forma il più presto possibile. E’ per questo che si ricorre facilmente alle facili scorciatoie delle diete rapide, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Il dimagrimento è si rapido ma altrettanto rapido è il recupero dei chili persi. Analogamente credo che la cura farmacologica abbia dalla sua il fatto di andare incontro all’esigenza dei pazienti di vedere alleviata rapidamente la sofferenza, mentre nella psicoterapia a volte la presa di consapevolezza non è sempre indolore. Credo comunque che siamo sulla buona strada verso una sempre maggiore affermazione della psicoterapia: gli esempi della sua efficacia sono ormai la norma. La televisione si dimostra ancora un potente mezzo di comunicazione gestito non sempre in modo imparziale e gli psicologi forse non hanno spazio che meritano. Allo stesso tempo è anche vero che le nuove generazioni stanno sostituendo la vecchia televisione con Internet e che la pluralità delle fonti di informazione renda sempre più difficile che la verità possa essere ignorata o distorta. Dunque spetta a noi professionisti della salute mentale affermare il nostro punto di vista e far conoscere i nostri risultati. Elvino Miali.