Storia della sede di Mestre
Sono Elvino Miali, presidente della sede territoriale di Mestre – Venezia.
Mentre scrivo è partito da circa due settimane il nono master “Gestalt Counseling”. Mentre rifletto su come cominciare questo articolo sulla sede che dirigo mi vengono in mente immagini e ricordi del mio “primo giorno di scuola” come futuro Counselor e Psicoterapeuta, laureando in medicina ed allievo del primo anno all’ A.S.P.I.C. di Roma sotto la direzione di Edoardo Giusti e Claudia Montanari.
Da quel primo incontro di formazione ne è passata di acqua sotto i ponti, eravamo nel 1992.
Ho sempre pensato che la mia strada sarebbe stata quella della libera professione ed in questo mi sono spesso ispirato ai miei maestri.
La mia storia professionale si intreccia variamente con la storia della sede territoriale di Mestre. Posso onestamente dire che sono nato e cresciuto professionalmente con l’ASPIC e che l’onore e l’onere di dirigere la formazione nella sede di Mestre ha costituito per me una grande sfida, fonte di ansie e paure da una parte e di gioie e soddisfazioni dall’altra.
Ansie e paure certo! Allo stesso tempo non mi sono mai rassegnato a vivere al di sotto delle mie potenzialità e sono spesso uscito dalla mia “zona di comfort” per esplorare il nuovo e lo sconosciuto, accettando la paura come parte della vita e sorprendendomi positivamente quando questa si trasforma in eccitazione positiva ed infine in soddisfazione.
Nel 2000 complice la recente responsabilità di neo-papà, ho capito che dovevo rompere gli indugi e sono finalmente partito. All’inizio non avevo collaboratori ed era un po’ tutto da costruire.
Il primo passo è stato quello di organizzare il primo corso: il Micro-Counseling ribattezzato da me in “Corso introduttivo al Counseling”
I primi sei iscritti!
Le capacità di marketing che avevo a suo tempo mi fanno un po’ sorridere. Il mio database contava 300 indirizzi raccolti qua e là tra colleghi ex pazienti e amici. Non molto, considerato che di lì a qualche anno sarei giunto a spedire la “folle” cifra di 4500 lettere per pubblicizzare i miei corsi.
Ricordo di francobolli, etichette, la stampa unione, gli indirizzi dei neolaureati, un bellissimo annuncio radio di cui conservo ancora il file audio! Tuttavia assolutamente un flop …nemmeno una telefonata! Viaggiando in macchina la pubblicità passava dal descrivere i corsi di Counseling ad un repentino cambio di banda in cui l’annuncio diventava un altro. Bisognava spendere di più per entrambe le frequenze … proprio una radio Birikina! ( è una radio del Veneto ).
Come si vede la partenza è stata abbastanza artigianale dal punto di vista delle capacità imprenditoriali, e come poteva essere altrimenti, visto che all’università avevo non avevo imparato quello che serve per prepararsi per una libera professione e un’attività che è anche di tipo manageriale.
Tuttavia la passione per il mio lavoro di terapeuta mi ha sempre spinto a badare dapprima alla qualità dei contenuti e poi alla forma.
Il primo master nasce da tre corsi introduttivi al Counseling, arrivano al terzo anno in dieci allievi, non male per essere il primo tentativo, i primi Counselor.
Nel 2002 e nel 2003 il secondo e il terzo master sono fonte di qualche ambascia e qualche errore di esperienza.
Credo che l’esperienza della formazione continua, quale può essere quella di un corso triennale sia davvero difficile e nasconde insidie insospettate. Mentre fare una docenza o un workshop occasionale richiede preparazione ed esperienza tecnica, dirigere un Master ed avere al tempo stesso il ruolo di coordinatore didattico, trainer, supervisore e non ultimo responsabile dal punto di vista amministrativo e gestionale, richiede molto di più: le difficoltà si moltiplicano.
Dal quarto master in poi posso dire di aver messo a frutto l’esperienza e la qualità del Master nel suo complesso è nettamente salita.
Ho dei collaboratori, comincio a delegare e la qualità della mia vita migliora.
Un bel giorno mi sento dire da Edoardo Giusti: “tu hai la migliore qualità della vita dei presidenti ASPIC !” Lo prendo come un complimento.
Le mie formazioni da un certo punto in poi sono progressivamente diventate più divertenti oltre che interessanti. Ho scoperto in me una vena istrionica che non avrei sospettato, che va sapientemente miscelata con autorevolezza e consapevolezza del ruolo.
Ho notato lo stesso percorso anche nei miei collaboratori. Mi rende orgoglioso il fatto di aver dato opportunità di crescita professionale a dei colleghi che oggi portano avanti insieme a me la nostra sede territoriale ASPIC.
Vorrei ora condividere alcune immagini che fanno parte dell’archivio storico mio e degli allievi che mi ha seguito in questi anni.
A volte mi sento un “faro”, un punto di riferimento per barche o navi di diverse dimensioni che possono scegliere di passare, fermarsi per un tempo variabile, per poi ripartire e magari tornare, di tanto in tanto.
Mentre per motivarmi ed allinearmi alla vigilia di eventi formativi mi piace pensare al pianeta terra visto da lontano sul quale pullulano delle piccole luci che tutte insieme lo illuminano e che rappresentano coloro che in un dato momento come me, come noi stanno contribuendo alla crescita personale e dalla formazione continua.
Altre volte mi sembra di assomigliare al tenente Colombo quando parlando di sua moglie apre delle piccole finestre sulla sua vita privata. L’arte dell’autosvelamento a piccole dosi.
La piscina delle emozioni. Quando il master si svolgeva nella sue sede storica un posto più piccolo e forse più “coccolo” di quello attuale, per piscina delle emozioni abbiamo inteso, e molti allievi se lo ricorderanno, la stanza con tappeti e cuscini dove si svolgevano le esperienze pratiche di gruppo all’interno del master e dove nella mia pratica privata ricevo i clienti nel setting di gruppo.
Non era raro sentire frasi del tipo “ma dopo si va in piscina?” o ” questo è accaduto in piscina” per fare riferimento a quel luogo. Un posto speciale simbolo del nostro modo di lavorare spesso in equilibrio fra l’accettazione e la voglia di cambiamento, tra le elucubrazioni razionali e le esperienze emotive correttive, riparative, integrative.
E proprio in questo posto che accadono cose fantastiche, esperienze di evoluzione crescita personale che possono dare vita a testimonianze come quella di quest’allieva e è che vorrei riportare integralmente per la sua bellezza e vena poetica:
“Ad un minatore diverso, a chi sa scoprire nelle grotte tesori”
grazie minatore per aver saputo, da quell’antro buio, far venire alla luce tutto quello che di prezioso c’era. Era tutto seppellito sotto strati e strati di dolore, di abbandoni, di lutti e di perdite importanti, di poche carezze di bimba.
Le esplosioni vulcaniche che uscivano da quell’antro, in realtà aggiungevano strati a strati di cenere, e poi si univano alla roccia, deformando concrezioni che rischiavano a mano a mano di nascondere definitivamente tutto quello che di valore c’era sotto. Vene aurifere, pietre preziose e perfino qualche elemento raro a trovarsi.
Tu sei stato un minatore diverso.
Non hai usato cariche esplosive, non hai usato picconi. Dapprima sei entrato silenziosamente nell’antro buio, sicuro di trovare qualcosa di buono.
Tutto è iniziato ascoltando gli scricchiolii delle rocce, rivolgevi lo sguardo in alto quando sentivi cadere dei massi e avevi con te la forza per non sentire la paura, ma accettavi tutto come sapessi che così doveva essere. Era come se tu sapessi di dover aspettare e che in quella grotta, aspettando, ascoltando, accettando, amando, tutto sarebbe successo senza che tu intervenissi con esplosivi e picconate.
Tu sapevi che quella grotta avrebbe percepito il suo rispetto e lei stessa ti avrebbe fatto scoprire i suoi tesori. L’ha sentito! E tutto è iniziato con una goccia dall’alto, poi ha volto lo sguardo e si è aperta una falda acquifera che lentamente con la sua dolcezza, ma con forza portava con sé i primi strati di polvere, cenere; e qualche piccolo primo bagliore ti ha dato ragione: c’era qualcosa che sarebbe venuto alla luce, qualcosa che la tua determinazione, la tua capacità di sentirti parte di quel pezzo di natura, aveva scoperto.
Grazie ad Elvino, al gruppo e a me.”
[tratto da ” prevenzione dalla sindrome da burnout in azienda ospedaliera” tesi di Magrini Cristina, 2008]
Proseguendo con le testimonianze vorrei riportare quella di Ivan Carlot, ex allievo del Master “Gestalt Counseling” e attuale collaboratore e docente dei nostri corsi che parlando dell’esperienza del master come allievo così scrive:
“Ho iniziato a conoscere il Counseling nel 2003, leggendo e parlando con amici nell’intenzione di iscrivermi al master. Prima di allora avevo soltanto qualche idea approssimativa su Perls e la Gestalt, soprattutto per aver trovato notizie dell’ambiente alternativo e comunitario americano, del mito di Esalen, la sua storia e la sua aurea.
Partecipando ai primi incontri all’ASPIC ho avuto la sensazione di scoprire un mondo dove ero di casa! Altre volte mi era accaduto di provare questa vicinanza immediata, con una o poche persone, con una musica o un profumo, con parole o in piccoli contesti; tuttavia mai mi ero ritrovato con tanto agio in un sistema complesso e variegato di teorie, pratiche e relazioni.
Come se, a lungo nella vita, avessi girato attorno a questo ampio spazio, mio e al tempo stesso da conoscere.
L’approccio centrato sulla persona e lo stile di Rogers, come si presentano negli scritti e nell’insegnamento, mi hanno offerto una chiave semplice con cui aprire delle possibilità, arricchite da molteplici acquisizioni, esperienze realizzate con la scelta e il gusto dell’esercizio, raffinate a partire da un contesto di scuola accogliente e aperta.
Così il master mi ha cambiato, quanto e come ho desiderato, mi ha aiutato ad arricchire le figure delle ricerche e lo sfondo delle capacità personali nell’attivarle, stimolando la libertà di scelta nel cammino da intraprendere e nei successi da propormi.”
Non solo Master.
Sebbene il master sia il nostro corso più importante vorrei riportare le altre importanti esperienze a cui abbiamo dato vita in questi anni.
Counseling sanitario.
Dal 2005 abbiamo effettuato le prime esperienze significative di formazione all’esterno: un corso su “La Comunicazione in ambito sanitario”, rivolto a personale della azienda sanitaria locale veneziana. Un corso di due giornate, ripetuto in ben 20 edizioni, per un totale di circa 400 allievi tra infermieri medici e tecnici di laboratorio.
Centro di ascolto in pediatria
in convenzione con l’azienda ospedaliera di Padova i migliori tra i nostri allievi svolgono un tirocinio prestando un servizio di Counseling rivolto ai genitori dei piccoli pazienti ricoverati nel reparto di pediatria, servizio di terapia antalgica e cure palliative.
Un’esperienza forte, formativa che si rispecchia in queste parole di Ivan Carlot, uno dei tirocinanti che parla delle emozioni provate durante l’esperienza di Counseling in pediatria:
“Molte. Le belle emozioni dell’avvio, del mettermi alla prova, dell’incontro con una persona e dello stare accanto, ricercare equilibri e mutamenti. Le dure emozioni nel trovare il dolore e quelle spiazzanti di non trovare le risposte, non potere e non volerle dare, di non trovare le buone riformulazioni. Il tremolio frizzante dopo un colloquio che ha lasciato tutti i partecipanti sorridenti e pieni di riconoscimenti.”
e degli incontri di supervisione con me e gli altri colleghi Counselor:
“Nel sapere che c’è: è l’ancora o, meglio, la bussola che mi orienta anche senza consultarla. La supervisione mi ha aiutato ad esplorare senza, o con minore, imbarazzo, timore.
E’ poi uno spazio di confronto guidato, un confronto con i colleghi e con il maestro, in un clima confidenziale e serio, pieno di buone ironie e desiderio di apprendere, sapendo di non sapere.”
Da anni proponiamo presso alcune scuole medie della provincia di Venezia delle attività di sensibilizzazione nei confronti Counseling, con attivazioni di gruppo ed uno sportello di ascolto rivolto agli studenti.
Una valida e ricca esperienza di tirocinio per i nostri allievi.
Le migrazioni si presentano ancora oggi, e forse in modo crescente, come uno dei temi rilevanti, capaci di condizionare vari ambiti e di richiedere nuovi approcci. Il Counseling, quale complesso di conoscenze e quale processo relazionale, può offrire un’efficace e stimolante contributo anche sui versanti aperti dai contesti interculturali.
Questi gli ambiti di intervento nei quali si stiamo muovendo:
- Colloqui di Counseling interculturale nell’ambito del Centro di Ascolto
- Formazione di mediatori e operatori interculturali
- Supervisione di gruppi e servizi interculturali
- Sviluppo delle competenze relazionali multiculturali
Sviluppo personale.
In questo ambito abbiamo organizzato corsi brevi rivolti sia agli addetti ai lavori che al grande pubblico con accreditamento ECM sui seguenti temi:
- Autostima e assertività
- Gestione delle emozioni e autocontrollo
- Coaching e PNL
- Training Autogeno le tecniche di gestione dello stress
- Public speaking
- Gestione del tempo
- Gruppi di evoluzione e crescita personale
Ringraziamenti.
Questo è l’elenco dei docenti, collaboratori e tutor che in questi anni hanno dato il loro valido contributo e che ringrazio sentitamente.
Questo gruppo di persone fa si che gli allievi si sentano supportati da una squadra di docenti competente e pluralista per la varietà di stili personali pur all’interno di un background formativo comune.
Vera Cabras , Psicologa Psicoterapeuta
Ivan Carlot, Counselor
Denia D’Alberton, Psicologa psicoterapeuta
Beatrice De Biasi , Psicologa psicoterapeuta
Carmela Pardi, Counselor
Sarah Sandri, Counselor
Nadia Simonelli, Counselor
Meri Zuin, Psicologa Psicoterapeuta
Ringrazio anche i “visiting professors” provenienti da altre sedi territoriali dell’ASPIC:
Marusca Arcangeletti, Patrizia Bonvissuto, Alessandra Caporale, Edda Di Tardo, Gilda Greco, Raffaele Marangio, Maria Antonietta Quitadamo, Margherita Serpi, Ornella Trunfio.
Ringrazio infine Edoardo Giusti e Claudia Montanari per avermi dato le opportunità e me stesso per averle colte.
Elvino Miali
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ASPIC Counseling e Cultura, via Carducci 13b Mestre Venezia