La comunicazione diventa mezzo per esprimere la propria unicità di Persone e metterla in comune con l’altro. Il tutto con un pizzico di coraggio e senso di responsabilità .I Latini sapevano bene che “communicare” é l’arte del mettere in comune , di chi compie il proprio dovere ( munis) con gli altri. Possiamo dire che la comunicazione sia ancora rappresentata da questa immagine ai nostri tempi?
Talvolta si confonde la comunicazione con un insieme di vettori di espressione verbale tra due o più persone. Il risultato é che tali linee verbali spesso non si intersecano o solo in modo impercettibile.
Qual é l’ingrediente mancante che permette di elevare uno scambio sterile ad un fruttuoso momento di condivisione e crescita? Forse é proprio l’apparente contrario della comunicazione stessa, l’assenza di suono come “vuoto fertile” , quel silenzio attivo che instaura scambi che creano valore aggiunto tra le parti coinvolte.
Questo vuoto, meglio definito come ASCOLTO fa in modo che le informazioni , le emozioni veicolate ed il senso delle parole utilizzate vengano sedimentati, assorbiti e rielaborati in nuovo scambio comunicativo.
Da questo particolare punto di vista, la comunicazione diventa la soluzione perfetta per la costruzione di una rete di relazioni ideali.
Se osserviamo la nostra rete di relazioni , dalle più intime alle più formali, ci accorgiamo che questa equazione non sempre offre il risultato sperato. Per quale ragione?
Esistono infatti delle insidie alla comunicazione create paradossalmente dalla comunicazione stessa, delle vere e proprie barriere che impediscono l’avvenire di scambi fluidi , veri e che offrano agli interlocutori l’impressione di essere stati realmente compresi.
É divertente allenarsi a scovare questi ostacoli e rendersi conto che li utilizziamo correntemente e quasi senza accorgercene, perché sono connaturati al nostro modo di essere per indole, educazione ricevuta, esperienze vissute ecc…
Per evitarli del tutto forse dovremmo smettere di comunicare , ma non é questo il punto!
Ci serve innanzitutto un briciolo di consapevolezza . Risulta abbastanza facile attribuire l’esito di una comunicazione poco efficace all’altro …e noi….siamo consapevoli fino in fondo del nostro modo di porci?
Possiamo frenare le parole, giocare sul timbro di voce, respirare prima di un nuovo scambio , ma la comunicazione non si ferma a questi primi timidi passi. La comunicazione verbale rappresenta la punta di un iceberg. La parte più interessante, irrazionale ed intima spesso é nascosta sotto una coltre di schemi, rigidità, doverismi.
Quella che gli esperti definiscono “comunicazione non verbale” é un’impronta unica che continua a parlare di NOI, a parlare con NOI e con gli ALTRI.
Comunic-AZIONE é anche , in un certo modo, essere protagonisti. Il termine stesso ne accoglie al suo interno un altro non meno importante :”azione”.
L’efficacia della nostra comunicazione dipende dalla comunicazione stessa ma anche da quanto siamo ATTIVI e RICETTIVI agli stimoli, ai cambiamenti, alle sollecitazioni di uno scambio comunicativo.
Conoscer-ci , in ultima analisi , é la chiave di lettura per conoscere gli altri , “prenderli con noi” ovvero comprenderli e comunicare .
Sara Patres, counselor professionista