di Denia D’Alberton, Psicologa
Introduzione: l’ importanza di un buon clima lavorativo
Al giorno d’oggi il Lavoro occupa buona parte della nostra giornata:
1. Relativamente al numero di ore che trascorriamo in ufficio o in azienda
2. Relativamente all’energia mentale che esso richiede per lo svolgere i nostri compiti
3. Relativamente all’energia che utilizziamo per gestire i rapporti con i nostri colleghi, superiori e subordinati.
Pertanto nella nostra cultura aumenta l’importanza del mantenimento di un Buon Clima Lavorativo.
Inizieremo oggi a parare di disagi psicologici all’interno dell’ambito lavorativo, con l’obiettivo di conoscere tali fenomeni, prevenirli e imparare a gestirli efficacemente
Come reso noto dal Ministero della Salute nel suo Progetto di prevenzione dei rischi della salute negli ambienti di lavoro (2000), molte sono le ricerche che sottolineano come il lavoro influenzi l’uomo e lo sviluppo della sua personalità; già Freud agli inizi del secolo scorso sottolineava che l’amore e il denaro sono ugualmente alla base dell’equilibrio psichico. Il lavoro pertanto e di conseguenza il denaro, soprattutto nella nostra cultura, non risponde solo ad un bisogno economico, ma ha soprattutto un significato simbolico ed è un indicatore di successo.
Secondo Abram Maslow, l’uomo, una volta acquisiti gli strumenti per sopravvivere e soddisfatti i suoi bisogni primari, ha bisogno di relazioni sociali. Ha bisogno di far parte di un gruppo e di confrontarsi con i suoi simili, differenziandosi da loro e definendo la propria soggettività. Secondo Maslow l’ultimo livello dei bisogni dell’uomo consiste nell’auto-realizzazione.
L’uomo nel lavoro porta i suoi bisogni di persona (bisogno di crescita, possibilità di espressione, assunzione di responsabilità, bisogno di crearsi una posizione economica e sociale) e qui cerca di trovarvi soddisfazione.
Per confermare questa tesi basta osservare cosa succede a molte persone quando vanno in pensione o sono obbligate a lasciare il lavoro; spesso esse sviluppano una vera e propria sindrome da abbandono, con successivo sentimento di perdita, tanto più forte quanto più è imprevisto e forzato l’evento.
A maggior ragione questi sentimenti sono più forti nei soggetti che in modo subdolo e imprevisto si trovino esclusi dal mondo del lavoro o isolati, dequalificati, derisi e attaccati nella loro professionalità.
Molte sono le persone che si trovano in situazioni di questo tipo, e che per questo vivono in situazioni di enorme disagio; pertanto credo sia importante far conoscere tale fenomeno fornendo importanti ed utili informazioni su problematiche e disagi psicologici che possono venirsi a creare nell’ambito lavorativo, andando ad analizzare nel corso di diversi step quali siano i meccanismi sottostanti che contribuiscono alla costruzione e al perpetuarsi di certe dinamiche e ai modi per prevenire, ridurre, gestire tale fenomeno, i quali potranno essere strumenti utili alla diffusione di un buon clima organizzativo sia per le aziende che per i lavoratori.
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