Ciao e benvenuto in questo primo video in cui ti parlerò delle abilità di counseling e di come queste possono essere utili per la tua crescita personale e professionale.
Oggi ti palerò di quelle che sono le caratteristiche di un buon ascolto, in particolare nella relazione di aiuto, ma essere dei buoni ascoltatori vale in generale nelle relazioni con gli altri e anche con se stessi, in particolare mi incentrerò oggi sul valore dell’autenticità.
Magari in passato hai chiesto di essere ascoltato a qualcuno e ti sarà senz’altro capitato che questa persona aveva fretta, guardava l’orologio e sembrava interessato, fingeva di essere interessato ma in realtà era con la testa da un’altra parte e tu questo l’hai percepito e non ti ha messo sicuramente a tuo agio. Un altro esempio tipico dove l’autenticità ci sembra un valore irrinunciabile quando siamo di fronte a una persona, per così dire, incravattata, cioè troppo impostata, una persona che non lascia trasparire emozioni e che magari ci vuole insegnarci cosa fare nella vita; oppure colui che ti spinge a pensare positivo asserendo che i pensieri negativi sono semplicemente qualche cosa che va sostituita con quelli positivi punto e basta, il resto sono solo chiacchiere.
E poi ti chiedi “ma lui ci riesce davvero? E se ci riesce beato lui”. Sì sono stato anch’io una vittima della non autenticità, quando ho aspirato ad essere diverso senza accettare quello che ero, tutte le volte che volevo trasmettere un’idea vincente di me per vendermi meglio e, soprattutto, quando non sono stato un buon ascoltatore verso di me, verso me stesso, verso la mia parte più autentica, più profonda. Circa verso i 21 anni, mentre studiavo medicina, mi sono reso conto che avrei voluto studiare psicologia, non che questa non fosse una passione che mi era nata già verso i 16 anni ma non ho voluto ammettere a me stesso la mia reale inclinazione e anzi difendevo a spada tratta verso coloro che cercavano di convincermi a desistere perché sarebbe stata una strada ardua con possibilità incerte, ecc. Altre volte sono stato io, ricordo che avevo una fidanzatina, all’epoca avevo letto i primi libri di Dyer Prendi la vita nelle tue mani, Le vostre zone erronee, erano cose che mi appassionavano e insistevo perché lei li leggesse quando in realtà ero io che ne avevo più bisogno e, dunque, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Fino a quando non ho realizzato, man mano che sono uscito fuori dal guscio della mia timidezza, che in fondo non ero poi così male. Man mano che mi mostravo per quello che ero e che diventavo più sicuro di me, il mio senso dell’umorismo che è una delle mie caratteristiche vincenti, aveva la possibilità di mostrarsi. Scoprire che sbagliare è una risorsa preziosa per imparare è stata una conquista per me.
Ricordo in particolare una volta, agli inizi della mia formazione in psicoterapia, che rivolsi una critica velata a una trainer, le dissi “Ma sai che mi sei sembrata un po’ impacciata, emozionata?” e lei mi diede una risposta che fu ed è tutt’ora una grande lezione di vita per me “Se non sto con me stessa non posso stare con gli altri”, voleva dire che lei dava priorità all’essere autentica e all’autenticità e allo stare con se stessi.
Ho notato che ci sono due logiche per quanto riguarda consigli che si danno per essere allineati con se stessi, perché se siamo allineati possiamo raggiungere degli obiettivi con tutte le nostre forze.
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Una logica consiste nell’imporre con la razionalità e con la forza di volontà le nostre idee al nostro inconscio. A proposito di questa logica del volere, volere, volere veramente per raggiungere un obiettivo andai ad un convegno di coaching dove c’era un libro Come raggiungere un obiettivo che veramente, veramente, veramente vuoi. C’è bisogno di volerlo veramente, veramente, veramente? Sembra che uno debba convincersi e, ma se deve convincersi, vuol dire che c’è una parte di te che non ci crede. Se un obiettivo lo vuoi, lo fai è basta. Basta volerlo una volta sola, non volerlo, volerlo, volerlo. Questa logica per cui attraverso una semplice decisione razionale noi possiamo allinearci, non mi ha mai convinto.
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Carl Rogers, che è stato colui che ha creato il counseling centrato sulla persona, ha sostenuto che per essere veramente d’aiuto uno dei valori fondamentali sia ed è l’autenticità. E come ci è arrivato? Ci è arrivato chiedendosi “quand’è che mi sono sentito veramente ascoltato? Quand’è che io mi sono aperto perché ho sentito fiducia nel mio interlocutore? Quando il mio interlocutore era quello che appariva, era autentico, non si nascondeva dietro un camice, una scrivania o un ruolo istituzionale. Allora ho sentito che potevo avere fiducia e potevo occuparmi semplicemente di me, di ascoltarmi e poter rivelare all’altro quello che ero autenticamente senza paura di essere giudicato”.
Certamente l’autenticità non basta se non è accompagnata da un altro grande pilastro che secondo Rogers era l’accettazione, ma di questo parleremo nel prossimo video.
Quali sono le prove che ti porto per dimostrarti che l’autenticità è un valore che vale la pena di perseguire?
È abbastanza tipico sentirsi poco a proprio agio in quegli ambienti dove si dà priorità all’immagine. Io preferisco sinceramente ambienti un po’ più alla mano.
Tre consigli allora per sviluppare una maggiore autenticità.
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Innanzitutto circondati di persone autentiche, sarà più facile per te esserlo a tua volta.
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Se per essere autentico hai bisogno di rivolgere una critica a qualcuno, questo non ti autorizza a tirargli una pugnalata, semmai limitati a criticare il comportamento che secondo te non va bene salvando la faccia all’altro e senza rivolgergli appellativi negativi, rivolti alla sua persona. Allo stesso tempo quando noi riceviamo una critica accettiamo più volentieri se insieme alla critica riceviamo anche un elogio su quello che l’altro apprezza di noi.
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Ed infine lavora per conoscerti di più, non puoi essere veramente autentico se non ti conosci fino in fondo. Se essere autentico comporta da parte tua un senso di vergogna, di paura di essere giudicato, umiliato, ecc., se quello che devi svelare è veramente così grave non farti violenza, lavora su di te affinché tutto questo un domani potrà essere possibile. Più sarai sicuro e più potrai parlare delle tue passate debolezze. Lavora per preparare il terreno al momento in cui rifiorirai appieno come persona autentica.
Per concludere bravo è bene, vero è meglio