Corsi di Autostima. Segue la trascrizione dell’ intervista sull’Autostima rivolta al dott. Elvino Miali, Medico Psicoterapeuta, andata in onda su Antenna 3 all’interno della trasmissione “La stanza del Té” condotta da Cecilia Zoppelletto.
D.: Recentemente ad un concorso radiofonico una signora ha vinto dicendo che l’arma del suo successo,
il segreto del proprio fascino è quello di essere sicuri di se stessi; è una cosa che mi ha incuriosito molto e quindi per parlarne un po’ meglio ho invitato Elvino Miali, medico psicoterapeuta a Venezia e Mestre e specialista nell’autostima.
È proprio questa, l’autostima, l’arma del successo e della seduzione? Si può tradurre così velocemente? Cosa ne pensa uno psicologo o uno psicoterapeuta?
Elvino Miali: In un mondo come quello di oggi, così competitivo, avere una buona autostima, sicurezza di sé aiuta a far fronte alle pressioni, agli ostacoli, alle difficoltà che ci vengono incontro.
Intervistatrice: Si è sempre dato un po’ per scontato, si riteneva una cosa naturale avere o non avere autostima o sicurezza di sé. Come è diventato uno studio negli anni?
Elvino Miali: Sì, adesso si trovano dei corsi sull’autostima, su come conoscere meglio se stessi. Diciamo che è diventato un po’ di dominio pubblico, anche un po’ alla moda se vogliamo. Ci tengo a sottolineare il fatto che avere una buona autostima non deve confondersi con il portare una maschera perché appunto in un mondo molto competitivo, ci si arma di questa maschera, ma se non si è autentici, in qualche modo, il nostro interlocutore si accorge che stiamo fingendo e, soprattutto, è la persona stessa ad accorgersi di non essere autentica e a dirsi ” Se sapessero come sono fatto realmente, come sono dentro di me, se sapessero che dietro questa maschera sono insicuro…” – ecco che quella persona non riesce a nutrirsi nemmeno dei propri successi e quindi è una persona a rischio di ansia o depressione .
Intervistatrice: Quindi bisogna costruire una cosa da dentro che sia vera e non soltanto dire due o tre frasi fatte che fanno sembrare una persona sicura?
Elvino Miali: Certamente, le persone più fortunate sono quelle che hanno avuto una famiglia che si è dedicata a loro con amore, a loro quand’erano bambini, è lì soprattutto che nasce l’autostima. Raramente queste persone avranno bisogno dello psicologo o dello psicoterapeuta e direi che una delle migliori assicurazioni contro ansia e depressione.
Intervistatrice: È nell’infanzia che si costruisce l’autostima?
Elvino Miali: Fondamentalmente sì, diciamo che l’autostima di un ragazzo che cresce in un clima amorevole, che naturalmente non viene picchiato né ossessionato dalle paura di una mamma o di un papà insicuri è la condizione prioritaria.
Intervistatrice: Anche il troppo amore o meglio la troppa apprensione può essere deleteria e creare tantissime insicurezze?
Elvino Miali: Sì, naturalmente l’amore non deve essere oppressivi e limitare la vita della persona. L’atteggiamento ideale sarebbe quello della fiducia: un genitore deve stare abbastanza vicino da osservare, ma senza soffocare il bambino. Ad esempio nel caso del bambino muova i primi passi: per fortuna – come leggevo recentemente sul libro di un collega americano – i bambini piccoli imparano a camminare prima che i genitori imparino ad essere troppo critici.
Con la scusa di volere una buona autostima tutti tendono ad essere molto critici verso se stessi. Non tollerare nessun errore, non tollerare uno standard al di sotto dell’ottimo può essere causa di tanti problemi.
Intervistatrice: Hai menzionato uno degli errori e dei problemi che si possono creare; magari possiamo parlare dei piccoli steps, dei piccoli passaggi che si possono fare per aiutarsi e creare questa autostima.
Autostima ed accettazione
Intervistatrice: L’argomento di oggi è l’autostima, una cosa molto importante perché, abbiamo visto, ci sono delle persone che sembra siano nate con questo dono e invece, prima hai detto, è una famiglia che ama nel modo giusto, senza essere troppo critica, che ti infonde il calore giusto per sentirti sicuro di te.
Se non si ha questa fortuna di avere una crescita abbastanza bilanciata, cosa si può fare? Si deve nesessariamente ricorrere allo psicologo o allo psicoterapeuta? Ci sono delle alternative?
Elvino Miali: Ecco, a quel punto, le persone che non hanno questa fortuna, hanno dalla loro un’occasione, ” non tutti i mali – per così dire – vengono per nuocere”: è meglio prendere una difficoltà come un’opportunità e non come un modo per abbattersi.
Intervistatrice: Avere un approccio positivo alla vita?
Elvino Miali: Esatto. Il primo passo – oserei dire – è l’accettazione di se stessi ed è questa già la prima difficoltà da superare poiché chi non ha una buona autostima tende a nascondersi perché non si accetta per quello che è. Tanti sono stati i messaggi di non accettazione ricevuti durante l’infanzia o l’adolescenza dai propri genitori o dall’ambiente sociale, magari attraverso qualche esperienza negativa, anche scolastica, che la persona, uomo o donna che sia, ad un certo punto interiorizza quei messaggi negativi e comincia inconsciamente a ripeterseli da sola. Diventa così una profezia che si autoavvera.
Intervistatrice: Come ad esempio, in parole povere, può essere la non accettazione sia fisica che comportamentale?
Elvino Miali: Il fatto di non accettarsi abbastanza porta a nascondere le proprie difficoltà.
Intervistatrice: Certo, ma che tipo di esperienze da giovani, nella crescita, si può aver avuto? Ad esempio, per qualcuno che non si accetta fisicamente e che dice “non mi piaccio”?
Elvino Miali: Naturalmente i ripetuti messaggi negativi, soprattutto ricevuti in un particolare stato emozionale perché quando siamo in uno stato emozionale siamo particolarmente vulnerabili ai messaggi che riceviamo. Questo lo conoscono molto bene i pubblicitari, infatti, in uno spot di trenta secondi, la parte logica ” comprate l’acqua X” non viene data all’inizio, all’inizio c’è una scena coinvolgente oppure, diciamo così per lo shampoo, il bagnoschiuma, ci fanno vedere degli scenari di vacanza, dopo, alla fine, c’è ” compra lo shampoo X se vuoi assomigliare a questi uomini di successo, a queste donne di successo”.
Intervistatrice: Certo, se una persona durante la crescita ha appena avuto una delusione d’amore e poi qualcuno gli va a dire “guarda che hai gli occhi storti” ci sta ancora peggio.
Elvino Miali: Esatto, quel messaggio va direttamente nell’inconscio e dopo non c’è più bisogno che qualcuno glielo dica dal di fuori, se lo dice da sé. Questa si chiama autoipnosi della vita quotidiana. Parlo di ipnosi perché un messaggio calato in uno stato emozionale ha la stessa identica efficacia, capacità di infiltrarsi nell’inconscio, che un messaggio calato in stato ipnotico. Ecco come è possibile che il senso di autostima venga via via migliorato o peggiorato dalla stessa persona attraverso i suoi stessi pensieri.
Come accrescere l’autostima
Intervistatrice: Abbiamo qui Elvino Miali, medico psicoterapeuta a Mestre. Voglio chiederti: abbiamo visto che l’accettarsi è il primo passo verso il vivere più sicuri e più felici, ma per farlo ci sono anche degli esercizi? Non è una cosa molto facile. Ci sono degli esercizi pratici che puoi consigliarci?
Elvino Miali: Certo, ma naturalmente uno si chiede “se una persona ci ha messo vent’anni, trent’anni, per diventare chi è, come può un esercizio riuscire a ribaltare la situazione”?
Intervistatrice: A sbloccare un comportamento abituale…
Elvino Miali: Allora è importante utilizzare gli stessi strumenti che utilizza il problema. Come dicevo prima, l’autoipnosi della vita quotidiana e cioè ripetersi costantemente anche a livello subconscio: “non mi merito…”, “non sono abbastanza bravo” ecc.
Intervistatrice: ” Non posso”
Elvino Miali: Esatto, “non posso”, ” non sono capace” … questi costituiscono dei messaggi negativi. Allora, se io mi ripeto coscientemente i messaggi positivi, questi non prendono molto e cioè non affondano radici molto facilmente; bisogna ricorrere ad uno stato di rilassamento, il cosiddetto stato alfa in maniera tale che ci si avvicini il più possibile a delle modalità di autoipnosi in cui, in quello stato simile al sonno, tutto quello che immaginiamo di positivo tende realizzarsi. Per esempio io utilizzo con i miei pazienti delle metafore: in uno stato di rilassamento induco loro uno stato di calma innanzitutto e poi li aiuto a immergersi in un paesaggio della natura dove prendono gradualmente contatto con l’ambiente facendoli identificare con uno di questi elementi della natura a loro scelta, per esempio potrebbe essere un albero, un animale, una cascata, un ruscello… Cosa accade quando la persona si identifica e immagina di entrare dentro l’albero e essere l’albero? Può sperimentare per la prima volta quello stato di pura autoaccettazione, perché l’albero non si chiede se è abbastanza bravo, se ha abbastanza autostima…
Intervistatrice: Se è abbastanza bello da stare nel panorama…
Elvino Miali: Lo è naturalmente ma non si pone neanche il problema, così se noi come esseri umani qualche volta sperimentiamo quel senso di autoaccettazione, di andare bene così come siamo, già poniamo le basi per l’autostima e per tenerci lontani dalla depressione e dall’ansia.
Intervistatrice: Quindi degli esercizi di meditazione.
Elvino Miali: Certo, può essere una meditazione guidata che poi la persona può anche fare da sola a casa.
Aiutare i figli a sviluppare una buona autostima
Intervistatrice: Abbiamo visto che l’autostima ci viene regalata quasi dai nostri genitori da piccoli. Se purtroppo non si ha questa fortuna di crescere in un ambiente che la può installare in noi, magari si può diventare dei genitori che possono dare questo grande dono. Come può un adulto diventare un genitore che aiuta il proprio figlio con l’autostima?
Elvino Miali: Come dicevamo prima, per prima cosa essere consapevoli. Certo, porsi troppi problemi può a volte complicare le cose – quindi sapere poche cose ma certe. Naturalmente noi tendiamo ad essere genitori sulla base del modello che abbiamo appreso: cioè io tendo come padre o a essere simile a mio padre oppure, per reazione, dirò “non sarò mai simile a lui, quindi non farò mai a mio figlio quello che lui ha fatto a me”. Quindi prima la consapevolezza, poi certamente saper distinguere e dare delle regole. Le regole devono essere poche ma chiare: è inutile rimproverare costantemente il bambino su cento cose perché se in una giornata io come bambino ricevo cento rifiuti, tre importanti e novantasette su cui si poteva sorvolare, alla fine comincio a chiedermi “ma forse sono io che non vado bene”. Lì si instaura il seme della mancanza di autostima. Quindi il genitore dovrebbe limitare la propria critica a quelle cose veramente importanti: quando è no è no e non si transige.
Intervistatrice: Che poi non è una critica: è un aiuto, ma viene forse percepita dal bambino come critica, dato che non riesce a capirne il valore.
Elvino Miali: Quello che il bambino assorbe oltre le parole e forse soprattutto più delle parole è la comunicazione non verbale. Quindi la critica è fatta con cattiveria quando il giudizio non è rivolto tanto al comportamento quanto alla persona. Cioè, una cosa è dire “hai sbagliato questo” un’altra è dire “sei un buono a nulla”: nel secondo caso la critica è rivolta alla propria identità per cui c’è il rischio di sentirsi appiccicati addosso delle etichette che è difficile magari poi scrollarsi. In questo caso per l’autostima sono davvero dolori.
Intervistatrice: Abbiamo visto molto velocemente la critica. Anche la lode può aiutare un bambino ma può anche causargli dei problemi.
Critiche ed elogi possono far bene ai figli?
Intervistatrice: Siamo fortunatissimi oggi perché stiamo scoprendo tantissimi piccoli consigli: come aiutare l’autostima in un bambino, come crescere un bambino perché abbia più accettazione verso se stesso. Abbiamo visto che la troppa critica è sicuramente deleteria e che l’elogio può aiutarlo ma allo stesso tempo essere un’arma a doppio taglio?
Elvino Miali: Sì, mi riferisco a questo: intanto, limitare le critiche alle cose veramente importanti e soprattutto non dimenticarsi che è più facile avere dei risultati positivi dall’educazione di un bambino premiando le cose che vanno bene (perché questo, diciamo così, coltiva l’autostima) piuttosto che passare le giornate a rimproverare. Questo rovina il clima in casa. Quindi: in che senso la lode può essere un’arma a doppio taglio? In certi casi, se il bambino normalmente vive in un clima di critiche sarà assetato di elogi, allora magari c’è la nonna o l’estraneo che ti dà un giudizio positivo e per essere all’altezza di quel giudizio la prossima volta potresti entrare in ansia perché vorresti dimostrarti all’altezza della prima volta. Questa è un’arma a doppio taglio. Allora cosa bisogna fare, cosa bisogna come genitori lasciar trasparire? Che, nonostante il fatto che io ti critico, quello che voglio dirti è che io ti accetto comunque e incondizionatamente come persona. Critico i tuoi comportamenti, però per il tuo bene – ti dico che certe cose hanno un significato e vanno fatte in un certo modo, non sono d’accordo su certe altre e non va bene che vengono fatte.
Intervistatrice: Quindi il messaggio è: “io ti amo anche se hai fatto questo in questo momento” .
Elvino Miali: Per esempio: un voto negativo a scuola. Alcune persone tornano a casa e può succedere una tragedia, i genitori possono mettere in estrema ansia un adolescente che deve affrontare un esame all’università se ogni volta sembra una questione di vita di morte. C’è una storiella a questo proposito di una ragazza che si inventò i disastri più inimmaginabili per poi tranquillizzare i genitori dicendo che non era successo niente di tutto questo: era stata solo bocciata. I genitori capirono finalmente che questo non era poi così grave rispetto ad aspettative disastrose.
Intervistatrice: Ma è molto difficile far capire il castigo per un comportamento sbagliato e, allo stesso tempo, far capire che si ama incondizionatamente quella persona.
Elvino Miali: Sì, la linea di confine spesso è proprio questa, cioè criticare il comportamento e non la persona: dire “hai sbagliato questo” e non “sei un buono a nulla” perché questa è una critica rivolta alla persona, non al comportamento.
Intervistatrice: Quindi forse è meglio “sei bravo nonostante non ti sei applicato” …
Elvino Miali: “Noto che hai fatto del tuo meglio, allo stesso tempo ho visto che questa volta forse non sei stato all’altezza di quello che pensavi” e poi chiedere informazionisenza mettere troppa pressione, stare vicino al ragazzo.
La formazione dell’autostima nei bambini: Amore e attaccamento
Intervistatrice: Era molto interessante l’argomento del contatto fisico: è una cosa molto importante quando cresciamo i nostri figli e naturalmente l’unico modo per parlare e far capire ad un neonato il nostro amore è il contatto fisico. È sempre necessario e benefico durante la crescita?
Elvino Miali: Nulla “sempre” in assoluto, però è una cosa molto importante soprattutto nelle primissime fasi di vita. Infatti c’è uno studioso americano, Martin Seligman, che è considerato a livello accademico il fondatore della psicologia positiva, il quale sostiene che il bambino nei primi sei mesi dovrebbe addirittura dormire in mezzo a mamma e papà. Questo perché in quella fase della vita, se supponiamo che il bambino si svegli spaventato di notte, subito viene rassicurato dalla presenza di qualcuno, mentre poi è utile che il bambino impari a dormire nella sua culla perché altrimenti magari si sviluppa il problema opposto.
Intervistatrice: Sì, c’è l’attaccamento morboso del bambino…
Elvino Miali: Però è giusto che in ogni fase della propria vita si rispettino questi passaggi. Alcune persone ritengono erroneamente “meglio buttare nella mischia questo bambino, questo adolescente perché così si fa le ossa” invece no – se è prevista una gravidanza di nove mesi prima che nasca un bambino evidentemente c’è bisogno di un momento di preparazione così come l’infanzia è la preparazione per l’adolescenza. Quindi è giusto dedicare la protezione giusta nella giusta fase, poi è chiaro che uno può comportarsi da bambino anche a trent’anni e anche le mamme non possono pretendere che il bambino abbia sei anni se ne ha trenta. Ma indubbiamente il contatto fisico è la prima forma di rassicurazione e quindi l’autostima si cementa tantissimo attraverso il contatto si fisico.
Intervistatrice: Mi sembra che la sicurezza e l’autostima siano due cose che vanno pari passo.
Elvino Miali: L’autostima è un senso di sicurezza, di autoapprovazione, basate su appropriate autopercezioni, cioè non devo ritenermi Napoleone Bonaparte – naturalmente non devo avere un ego ipertrofico.
Quando “lasciare andare i figli”: autostima e separazione
Intervistatrice: Abbiamo scoperto che la sicurezza in fondo è l’autostima. Come genitore bisogna essere presenti e rassicurare – quando si può effettivamente lasciare che un bambino o un ragazzino cammini da solo? Questa è la domanda più importante anche per un genitore: quando si può lasciar andare un bambino da solo proprio “fisicamente”? A che punto della crescita si può lasciarlo andare con i suoi amici da solo?
Elvino Miali: Mentre a casa noi possiamo costruire un ambiente dove poi poter lasciare il bambino libero magari di sporcare nella sua stanzetta, libero di circolare perché c’è un cancello che gli impedisce di ruzzolare per le scale, naturalmente poi crescendo, quando il bambino va fuori, ci sono oggi delle condizioni diverse che non c’erano anni fa.
Intervistatrice: Certamente è più pericoloso.
Elvino Miali: L’atteggiamento di ansia e di paura naturalmente può avere la funzione positiva di ricordare che ci sono dei pericoli, però non deve essere il clima di paura a predominare nella comunicazione con i nostri figli. Magari il genitore per amore dovrebbe tenersi qualche ansia per sé e limitarsi ad osservare con fiducia il fatto che…..
continua…
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2 commenti. Nuovo commento
molto istruttivo,mi sono avvicinata a questa lettura per che ho una mia nipote che a questi problemi di non accettazione,sono d’accordo che il pensiero positivo sia un grande inizio.
Gentile Maria,
grazie per la sua nota di commento. Ritengo che vivere con ottimismo sia una conquista e non sempre facile.
Per stare vicino ad una persona che non si accetta e che ci chiede aiuto, dobbiamo prima di tutto accettarla noi tessi.
A volte infatti chi vuole aiutare cade in un paradosso, quello di accettare l’altro in maniera condizonata: “ti accetto solo se ti accetti”.
Invitare pazientemente e amorevolmente al cambiamento può essere molto più efficace perchè si trasmette fiducia e amore.
Elvino Miali